Adozioni nei canili

Il cane giusto nella famiglia giusta, nel modo giusto

ACL entra (come associazione accreditata, iscritta al RUNTS)  in 8 canili privati, convenzionati con i comuni del Lazio. Censisce i cani, con fotografie aggiornate nel tempo, raccoglie informazioni sulla loro età, storia, salute; cerca di approfondirne la conoscenza e scoprire per quanto possibile il loro carattere. Così nascono gli appelli per le adozioni o gli stalli in rifugi autorizzati.  L’adozione ha un iter complesso e delicato, per seguire il quale i / volontari sono affiancati da un volontario senior e seguono corsi introduttivi. Iter per adozione significa: contatti telefonici, questionari, valutazione approfondita delle richieste, visite di preaffido, di persona nelle case per conoscere i potenziali adottanti e il contesto di vita.

I Protocolli d'Intesa per le adozioni

ACL stipula con alcuni comuni del Lazio anche dei veri e proprio Protocolli ufficiali d’Intesa per poter operare formalmente sulle adozioni dei cani di “proprietà” dei comuni firmatari e ospiti dei canili convenzionati. Si tratta di uno strumento efficace di collaborazione formale, che deriva dalla riconosciuta competenza di ACL nel campo cinofilo e delle adozioni.

 

Domande frequenti

Sì, gli animali di cui ci occupiamo provengono in prevalenza dal Lazio, ma una volta che l’affidatario ha superato la procedura di adozione e la sua richiesta è stata accolta, l’Associazione cerca di farli arrivare il più vicino possibile alla nuova famiglia. Le adozioni sono di solito limitate al centronord, evitando le località con alti tassi di randagismo sia per dare un’opportunità di adozione ai randagi del posto, sia perché se un cane dovesse perdersi è più facile ritrovarlo dove non ce ne sono molti vaganti e i cittadini segnalano subito la presenza di un randagio.

Sì, sono gratuite. Un contributo come libera donazione aiuterà tuttavia ACL odv a soccorrere altri animali in difficoltà. Quando l’adozione è fuori dal Lazio e i trasportatori non sono ns. volontari, occorrerà coprire le spese di viaggio versando l’importo direttamente a loro.

 Bisogna mettersi in contatto con i recapiti indicati nell’annuncio che corrispondono a una volontaria/o del gruppo adozioni. Si riceverà un questionario che permette ai volontari di capire il contesto in cui andrà a vivere il cane o il gatto (ad es. presenza di bambini, di altri animali, ecc.) e se l’adottante può offrire le garanzie di buon trattamento previste dalla legge e di rispetto del benessere animale meritate da chi ha già sofferto. I volontari cercheranno di verificare se l’animale richiesto ha le caratteristiche adatte alla famiglia che lo desidera. Per maggiore sicurezza verrà predisposta una visita preaffido da parte di un volontario di zona. La disponibilità a visite pre e post-affido è condizione essenziale perché la richiesta di adozione venga accolta. In seguito l’aspirante affidatario riceverà  alcuni moduli che dovrà  restituire compilati e firmati, insieme alla copia di un documento d’identità e del codice fiscale, impegnandosi a fornire all’animale cure sanitarie adeguate durante tutta la sua vita, sterilizzarlo per evitare l’aumento in Italia di cuccioli e quindi di animali che non trovano adozione nei canili, un trattamento compatibile con il suo benessere. Espletata la procedura, ci si accorda per la consegna del cane.

Dipende molto dalla vicinanza. Per i cani di canile solitamente non è possibile. Se si tratta di randagi, un volontario può talvolta ospitare temporaneamente un cane a casa propria per verificare, ad esempio, il suo comportamento con i gatti.

Gli educatori cinofili di ACL odv seguono l’approccio cognitivo zooantropologico. Preferiscono indicare l’uso della pettorina ad H che lascia più libero il cane e si sfila più difficilmente, se indossata in modo corretto. Per i cani facili alla fuga, che si spaventano facilmente, cresciuti in canile e quindi privi d’esperienza, a volte è consigliato l’uso di collare e pettorina contemporaneamente o l’acquisto di una ‘pettorina antifuga’. Vi sono cani che sono stati maltrattati nel canile di provenienza con l’uso di cappi e sono quindi terrorizzati dal collare e dal guinzaglio. I volontari più esperti consiglieranno come procedere.
All’occorrenza vengono indicate letture adeguate e viene offerto il supporto di educatori cinofili. In particolare, occorre informarsi prima dell’adozione se il cane sia già  abituato al guinzaglio.

L’adozione di un cane che risulti positivo al test sulla leishmania richiede che l’affidatario venga messo al corrente delle caratteristiche della malattia, della possibilità  di curarla, della necessità  di comunicare l’adozione alla Asl di residenza. Per legge, se il cane esce da un canile, il direttore sanitario deve rilasciare un modulo di consenso informato che indica quali prestazioni sanitarie sono state somministrate o no, quali accertamenti clinici sono stati fatti o no. Nonostante l’impreparazione e la diffidenza, se non il terrore, per questa malattia che purtroppo si riscontra soprattutto nelle regioni in cui non è molto diffusa, sono ormai numerosi nella ns. esperienza i casi di cani ammalati, anche con sintomi evidenti, che sono rifioriti grazie alle cure. La diffusione della leishmaniosi si può controllare attraverso l’informazione, la prevenzione, la terapia. L’adozione permette cure più accurate (nei canili spesso la leishmaniosi non viene né diagnosticata né curata) e quindi un migliore controllo della malattia.
L’Associazione ha prelevato dai canili diversi cani che hanno dimostrato un visibile miglioramento conducendo una vita normale.